L’antica costruzione del sec. XII venne profondamente modificata nella prima metà del sec. XVIII. La facciata mostra un portale in pietra di classico stile rinascimentale del 1586 che vi fu posto nel 1833 proveniente dall’antica chiesa di S. Antonio dei Minori Osservanti. Nell’annesso monastero vi dimorarono dal sec. XIII alla fine del Quattrocento le monache di Santa Maria Maddalena di S. Spirito di Capo d’Atri. In seguito passò agli Agostiniani Scalzi, poi verso il 1610 ai Padri di S. Francesco di Paola e dal 1691 tornarono agli Agostiniani Eremiti. All’interno si osserva l’altare maggiore settecentesco in stucco, di recente restaurato a foglia d’oro, al pari della Cappella di S. Rita, alla quale gli atriani sono legati da sentita devozione. Sulla destra un affresco, staccato dalla parete di fondo, “Madonna con Bimbo e tre Monaci” raffigurante gli Ordini religiosi dei Cappuccini, dei Minori Osservanti e degli Agostiniani, recanti cuori fiammeggianti con scritte: Caritas, Spes, Fides. La scena solenne è temperata dalla grazia del gruppo divino e dal paesaggio umbro; l’opera è di derivazione fiorentina, mediata da esperienze umbro-romane della seconda metà del 1500. Altre opere sono le tele raffiguranti S. Agostino e S. Rita di Giuseppe Prepositi, dipinte nel 1771.

Accanto alla Chiesa c’è l’hospitale di S. Liberatore del sec. XIV, nella sua struttura odierna risale al sec. XVI; la chiesa è meta di pellegrinaggi da parte di devoti di S. Rita da Cascia e gode nei giorni di festeggiamenti dell’Indulgenza Plenaria del “Perdono”. La statua di S. Rita è custodita pressa lo Chiesa di S. Spirito sull’omonima piazza nella zona sud-ovest di Atri. Questo perchè i devoti di S. Rita soprattutto nel passato erano numerosi e provenienti da ogni parte d’Italia. In occasione della festività, inoltre, celebrata alla fine di Maggio, i primi tepori primaverili spingevano le persone ad uscire di casa ben più volentieri ed a raccogliersi nella zona sud ovest della città di Atri.

Fra le condizioni che hanno reso S. Rita così nota, si ricordano numerose notizie di atti miracolosi od eventi accaduti senza alcuna spiegazione. Ma la qualità di questa Santa che più attirava fedeli era quell’indulgenza plenaria concessa dal Papa Leone XIII il 13 Maggio 1901. Infatti, secondo questa notifica: “…il Santo Padre concede che tutti i fedeli i quali visiteranno la taumaturga Immagine nel giorno della festa, 22 Maggio, o nella vigilia, ovvero in uno dei sette giorni seguenti, possono lucrare l’indulgenza plenaria, applicabile anche alle anime del Purgatorio…”

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